Il 23 settembre del 1887 la storia di Bussana, antico e sonnacchioso borgo nell’entroterra di Sanremo, mutò radicalmente: un violento terremoto distrusse irrimediabilmente la maggior parte delle abitazioni insieme al castello e alla chiesa della piccola comunità ligure. Dopo alcuni anni trascorsi in abitazioni di fortuna i pochi abitanti rimasti abbandonarono definitivamente il borgo che venne chiuso dal comune di Sanremo.
Per oltre 60 anni il paese rimase completamente abbandonato, finchè alla fine degli anni ’60 Mario Giani, un ceramista torinese, dopo aver visitato il borgo propose la fondazione di una comunità di artisti regolata da una sorta di ‘costituzione’ imperniata sulla comune proprietà delle abitazione restaurate: nessuno poteva vantare su queste diritti privati, ma solo la possibilità di utilizzarle per attività artistiche. Era inoltre vietata la vendita delle proprie opere.
In pochi anni, grazie all’afflusso di artisti da ogni parte del mondo, Bussana Vecchia rinacque e nel corso degli anni ’70 la rinascita venne consolidata con vere e proprie ‘grandi opere’ quali l’allacciamento all’acquedotto e la realizzazione dell’impianto fognario. Il rovescio della medaglia di questo grande sviluppo è l’allontanamento dagli ideali ‘primigeni’ tanto che negli anni ’80 nasce la Nuova comunità Indernazionale degli artisti che si propone di dare vita ad una cooperativa che promuova l’attività degli artisti residenti nel borgo.�
Oggi Bussana Vecchia è un antico borgo, caratterizzato da scorci drammatici ed animato da fiorenti laboratori artistici: il fascino del luogo rimane notevole anche se non è difficile notare come le logiche commerciali siano alla fine state preferite a considerazioni storiche e culturali.

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