
Chao Ge nasce nel gennaio del 1957 a Hohhot in Mongolia interna, terra dai paesaggi sterminati che, di fatto, costituisce il soggetto principale della sua opera. Paesaggi malinconici e infiniti, ritratti che si interrogano sul mistero stesso della vita e della nostra presenza nella natura, sono questi i temi approfonditi dall’arte di Chao Ge, ammantata di quella che Nicolina Bianchi, critico d’arte, editore e direttore responsabile di Segni d’Arte, definisce “una musicale poetica di luce”, una cifra stilistica fatta di amore per la pittura classica più alta, ma con nuovi e innovativi approcci all’attualità. Una poetica fatta anche di contrasti: spiritualità e realtà, modernità e passato, che mira, come lo stesso autore afferma “a ridestare negli uomini il senso di rispetto delle cose, ma anche di marginare gli attuali smarrimenti e drammi spirituali”.
In programma fino al 26 settembre 2017 “EPOS. CHAO GE. La lirica della luce” racconta attraverso un centinaio di opere, suddivise tra dipinti e disegni realizzati dal 1987 ad oggi, la straordinaria storia creativa dell’artista che evidenzia la maestria con la quale domina le tecniche pittoriche (olio, tempera, disegno su tela) attraverso le quali come ricorda Strinati, egli “si spinge molto avanti nella ricerca del colore, anzi più esattamente nella ricerca del bianco quale sintesi di tutti i colori”. Cultore appassionato del Rinascimento italiano, ritrattista meticoloso e notevole paesaggista, Chao Ge è l’espressione più piena della propria terra d’origine, quella “terra del cielo blu” così definita per la spettacolare luce che tutto vivifica. Chao Ge è un fiero erede della tradizione mongola, di quel nomadismo che caratterizza le sue esposizioni costanti in giro per il mondo.
EPOS. CHAO GE
COMPLESSO DEL VITTORIANO – ALA BRASINI
DAL 27 LUGLIO AL 26 SETTEMBRE 2017
via di San Pietro in carcere, Roma
Per info e prenotazioni 06 8715111