E’ il ‘900 il secolo della grande affermazione della ceramica di Albisola che, pur vantando secoli di tradizioni artistiche alle spalle, deve al secolo XX la sua fama più compiuta. Tra i protagonisti del secolo d’oro della ceramica albisolese c’è sicuramente la famiglia Mazzotti, il cui nome è indissolubilmente legato all’arte che rende celebre questo pezzo di Liguria.

 

La “saga” familiare ha inizio nel 1903, quando Giuseppe detto Bausin (da Bolzino, la frazione vicino Varazza in cui aveva vissuto) apre una fabbrica di ceramiche nel borgo di Pozzo Garitta, (luogo uso ai celebri inizi, visto che poco più di mezzo secolo sul palco del Pozzo Garitta, locale che ancora oggi anima la zona, iniziò la carriera di Paolo Villaggio e Fabrizio De André) in pieno centro cittadino.
Dopo i primi decenni di difficoltà, terminata la prima guerra mondiale, l’azienda inizia ad ingrandirsi spostando gradualmente l’attività ad Albisola superiore: è del 1925 la partecipazione all’Esposizione internazionale di arti decorative di Parigi con i lavori dei figli di Giuseppe, Torido e Tullio che, qualche anno dopo, verrà soprannominato da Filippo Tommaso Marinetti “Tullio d’Albisola”. Sono questi, infatti, gli anni che segnano il distaccarsi della produzione dal tradizionale stile Antico Savona, per immergersi in una contemporaneità che in quegli anni vedeva l’affermarsi anche in ceramica dell’estetica del secondo futurismo, movimento che vent’anni prima era stato teorizzato nel primo Manifesto Futurista proprio dal Marinetti. Nascono così le “ceramiche antimitative” di Tullio Mazzotti, di chiara ispirazione futurista, così definite dallo stesso Tullio nel volume “La ceramica futurista” del 1939.
Anni prima, in quello che può essere considerato una sorta di prologo al “Manifesto della ceramica e dell’aeroceramica” che vedrà la luce nel 1938, scritto a 4 mani da Tullio e Marinetti, il primo, in una lettera all’Albo degli Artisti italiani di Milano, scrive:
«Nato da una famiglia di ceramisti proseguo nella mia arte con grande fervore ed immensa passione, sicuro di marcare un indirizzo assolutamente nuovo nell’arte ceramica italiana. Niente che possa, anche lontanamente, ricordare le ceramiche vecchie, antiche o preistoriche. Voglio fare delle ceramiche che rovescino la tradizione. Forme policentriche, antimitative, meccaniche. Strati colorati, futuristi, violenti, abbaglianti, luminosi. Tecnica perfetta, ottenuta con materie locali, italiane, anche se povere, curandone accuratamente l’esecuzione.»
Sono anni di grande fermento artistico, che si riverbera sia nella produzione con tante partecipazioni ad esposizioni e mostre internazionali, sia nella crescita aziendale stessa: è del 1934 la costruzione di Casa Mazzotti, attualmente unico esempio di casa futurista giunto intatto sino a noi, ad opera di Nicolaj Diulgheroff. L’edificio è voluto da Tullio d’Albisola come abitazione-laboratorio-negozio e attualmente ospita la “Ceramiche Mazzotti”, mentre nel 1932 Torido progetta i forni elettrici, una novità per Albisola, per la nuova fabbrica sull’argine del torrente Sansobbia.

IL DOPOGUERRA
Il dopoguerra porta in dote a Tullio diversi ruoli di tipo istituzionale, finché nel 1960, dopo 57 anni di attività, le strade dei due fratelli divergono: il primo mantiene per la sua nuova azienda la denominazione originale Giuseppe Mazzotti che evolverà, nel 1988, in Giuseppe Mazzotti 1903, mentre Tullio e la sorella Vittoria fondano la “Vittoria Mazzotti” divenuta “Ceramiche Mazzotti”, azienda che detiene i diritti delle opere di Tullio d’Albisola.
Anche gli anni ’60 rinverdiscono i fasti dei decenni precedenti, grazie all’opera di grandi artisti che arrivano ad Albisola: Lucio Fontana (già attivo negli anni ’30) Sergio Dangelo, Enrico Baj, Asger Jorn, Sebastian Matta e molti altri.
Nel 1989, alla morte di Torido, succede alla guida dell’azienda di famiglia suo figlio Giuseppe “Bepi”, seguito nel 2005 dal nipote Tullio, esponente della quarta generazione di Mazzotti.

FABBRICA GIUSEPPE MAZZOTTI 1903
Oggi, presso la “Fabbrica Ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903” è possibile ammirare ed acquistare versioni attuali, di grande fascino, delle opere futuriste oggi disegnate da Tullio Mazzotti o da disegno originale, nonché visitare naturalmente la fabbrica, ma soprattutto un originale museo a cielo aperto, che sembra rivoluzionare i canoni stessi degli spazi espositivi in modo, anche qui, davvero “futurista”, presso cui è conservato uno splendido coccodrillo realizzato da Lucio Fontana. Un bellissimo modo per fare un viaggio alternativo alla scoperta di una delle arti che hanno caratterizzato lo stile italiano del ‘900.
La produzione attuale è ramificata in più filoni: il tradizionale bianco & blu della tradizione albisolese, le edizioni futuriste da disegno di Tullio Mazzotti, quarto esponente dei Mazzotti ceramisti, il design contemporaneo, la linea Home, la produzione personalizzata per il cliente, la collaborazione con il mondo del design autoprodotto, la collaborazione con artisti per la realizzazione di pezzi unici.