Piazza del Duomo a Milano è uno dei luoghi italiani più conosciuti e ammirati da turisti provenienti da ogni zona del mondo. Naturalmente il piatto forte è il duomo, con le sue 135 guglie, le 3400 statue e la madonnina posta a 108 metri di altezza: risalente al 1387, la sua fondazione è una storia senza fine, che arriva praticamente fino ai giorni nostri, visto che i lavori per terminare quest’opera unica al mondo durarono oltre 500 anni, confondendosi con una manutenzione che, letteralmente, non ha mai fine.
Ma intorno a sé la cattedrale dedicata a Santa Maria Nascente è stata testimone della storia di Milano e ha visto letteralmente la città trasformarsi, proprio a cominciare dalla celeberrima piazza che, naturalmente, non è sempre stata quella che oggi noi conosciamo.

Parte dell’attuale piazza, infatti, era occupata dall’antico isolato del Rebecchino: alcuni palazzi di origine seicentesca a cui si aggiungeva il “Coperto dei Figini”. Si trattava di un palazzo costruito nel 1467 che deve il proprio nome alla famiglia che ne commissionò la costruzione, i Figino, e che vantava un bel porticato sotto cui era ospitato il Caffé Campari: sì, avete capito bene, proprio quei Campari che, dopo la demolizione del quartiere, si trasformarono in una delle più iconiche aziende italiane.
La demolizione del Rebecchino dell’ottobre 1875 fu necessaria per trasformare la piazza: vennero costruiti i porticati laterali e la galleria Vittorio Emanuele e lo spazio disponibile si dilatò a dismisura, tanto che non mancarono le polemiche.
Troppo grande si diceva della piazza: “un deserto d’estate e una Siberia d’inverno”.
Le dimensioni della piazza la resero adatta a divenire il fulcro dei nascenti trasporti pubblici milanesi: i tram, inizialmente a cavalli, partivano da qui, per trasportare i milanesi lungo i principali assi viari in direzioni delle antiche porte della città. Lo sviluppo delle tramvie fu tale che, ben presto, i binari invasero la piazza che venne definita dai milanesi “il carosello di piazza del Duomo”; questa situazione perdurò fino al 1926, quando si decise di restituire la libertà alla piazza ormai prigioniera di ben 15 linee di tram. La notizia fu di tale portata che persino Benito Mussolini si complimentò per la scelta.
La piazza liberata visse le sue ore sicuramente più tragiche nell’agosto del 1943 quando, in piena seconda guerra mondiale e appena caduto il fascismo, i bombardamenti alleati raggiunsero l’apice, causando gravi danni anche al Duomo che, negli anni successivi venne ricostruito dalla Veneranda Fabbrica del duomo.