
«Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su in Bismantova e ’n Cacume con esso i piè; ma qui convien ch’om voli; dico con l’ale snelle e con le piume del gran disio, di retro a quel condotto che speranza mi dava e facea lume»
Un’imponente altipiano di roccia sedimentaria che sovrasta la valle del Secchia a sud-est di Castelnovo ne’ Monti: questa la Pietra di Bismantova che Dante cantò nella Divina Commedia e che ancora oggi costituisce l’elemento saliente dell’appennino reggiano fra il Cerreto ed il parco del Gigante. Costituita da roccia calcarea sedimentaria, antico fondale marino nel Miocene, la Pietra di Bismantova è un’isola rocciosa di un chilometro di lunghezza e 250 metri di larghezza che si erge ad un’altezza di circa 1.050 metri sul livello del mare, sovrastando le piane sottostanti di circa 100 metri. Che si giunga dalla pianura o dal valico del Cerreto la sua inconfondibile mole colpisce per la sua eccezionalità: non troverete panorami rocciosi o altri speroni intorno, ma le dolci colline tipiche di questa porzione di appennino. A ben vedere però la storia della Pietra è strettamente legata ad altri elementi naturali poco distanti: sulla riva del Secchia i ‘Gessi triassici’ ci parlano dello stesso antico oceano da cui proviene la Pietra, e facendo qualche chilometro in direzione della pianura la rupe di Canossa ci ricorda che, da queste parti, l’appennino fa le bizze tra speroni improvvisi, verdi declivi e colline argillose accomunati da un’estrema fragilità del territorio soggetto a continue frane e smottamenti.
Per sua stessa natura la Pietra si è prestata nei secoli a divenire sede di antichi nuclei abitativi e fortilizi, fino alla realizzazione di un eremo benedettino del 1600 tuttora visibile, seppur rimaneggiato completamente durante il XX secolo. Durante il 900 anche qui, come in moltissimi altri luoghi alpini e appenninici, sono stati aperti sentieri e recentemente una ferrata e diverse vie di arrampicata che consentono a escursionisti e alpinisti di godere appieno di questi luoghi.
Curiosità
Nell’inserto di “Lambrusco, coltelli, rose e pop corn”, pluripremiato secondo album di Luciano Ligabue, sono presenti alcune foto del rocker di Correggio sotto l’imponente mole della Pietra
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